giovedì 31 gennaio 2013

Missione extra (07)

Poco fa, giocando ad un gioco di parole online chiamato “Wordox”, ho ripensato con nostalgia ad un particolare incontro del laboratorio in cui, prendendo spunto dal libro Grammatica della fantasia di Gianni Rodari, abbiamo svolto dei giochi con le parole. Dopo averci spiegato cos’è un anagramma (risultato del cambiamento di posizione delle lettere all’interno di una parola) e cos’è un acrostico (gioco di parole che consiste nel trovare vocaboli le cui iniziali danno, se lette di seguito, una parola di senso compiuto), il Professore ci ha chiesto di realizzare un anagramma partendo dalle lettere del nostro nome e cognome e, successivamente, di realizzare un acrostico in relazione alla sigla UNIMOL, esprimendo, così, il nostro pensiero sull’università. Io personalmente, ho trovato particolarmente divertenti queste due missioni e, soprattutto per quanto riguarda l’anagramma, mi sono divertita a cercare le combinazioni più insolite e assurde: tra tutte le associazioni che ho sperimentato, ho deciso di riportare sul blog quella più buffa (“Nadia che pallinaa!”). Al contrario, ho impiegato meno tempo per la realizzazione dell’acrostico, in quanto ho avuto un’idea istantanea e spontanea ( Uniamoci Nell’ Indimenticabile Mondo Originale: L’università), probabilmente dovuta al particolare coinvolgimento in tale attività. Io ritengo che tali attività possano essere proposte ad una classe di bambini frequentanti la scuola primaria, in quanto, oltre ad essere divertenti e coinvolgenti, permettono di conoscere i segreti della lingua, di appropriarsi dei meccanismi che la regolano e di scoprire le potenzialità del linguaggio, facilitando l’acquisizione di competenze linguistiche e creative. Durante lo stesso incontro del laboratorio, ispirandoci sempre a Rodari, ci siamo dedicati ad un ulteriore gioco, il binomio fantastico: ognuno di noi ha scritto una parola su un foglietto e, poi, ne sono stati sorteggiati due (i foglietti contenenti le parole “blog” e “palla”). A questo punto, il Professore ci ha invitati a scrivere una storia, includendo in essa le due parole estratte, e ci ha suggerito di cercare trame e accostamenti inusuali. Ho apprezzato molto quest’attività, in quanto la scrittura è sempre stata il mio hobby preferito: quando ero piccola mi divertivo a scrivere filastrocche; frequentando la scuola primaria ho iniziato ad appassionarmi ai temi e ho partecipato ad un concorso regionale riguardante la descrizione dei nonni (ricordo che, dopo aver vinto quel concorso, ero così piccola e ingenua da sentirmi una vera scrittrice!); crescendo, ho iniziato a scrivere diari e a 13 anni ho aperto un blog in cui scrivevo il resoconto delle mie giornate; ora la mia passione per la scrittura è ancora viva, così come il mio sogno nel cassetto di scrivere un libro. Quest’attività, dunque, ha subito suscitato in me grande entusiasmo: scrivere aiuta a rilassarsi, a mettere da parte i problemi della vita quotidiana per immergersi in un altro mondo, un mondo in cui ci sei solo tu e il tuo foglio da riempire, oppure tu e lo schermo del tuo pc. Cosa c’è di più rilassante? Così, ho inventato una storia in cui i blog prendevano vita. Anzi, forse “inventare” non è la parola appropriata: potrei dire che la storia si è formata da sola. Infatti,dopo aver sentito le parole “blog” e “palla”, un flash di pensieri ha invaso la mia mente, ed io non ho fatto altro che riportare per iscritto, di getto, quel mondo di blog animati che si era creato. Anche questa, secondo me, potrebbe essere un’attività significativa da proporre ad una classe di bambini, non solo per stimolare il potenziamento di competenze linguistiche e creative, ma anche perché la scrittura può aiutare il bambino ad esprimersi, costruendo la propria identità. Successivamente, si potrà proporre ai bambini la drammatizzazione della storia. Recitarla personalmente permetterà al bambino di immergersi nell’atmosfera creata, appropriandosi gradualmente del racconto e dei suoi significati, coinvolgendolo corpo-mente in un gioco di finzione. Inoltre, dal punto di vista della socializzazione, la drammatizzazione assicura la comunicazione tra i bambini e sviluppa lo spirito di gruppo per mezzo della condivisione di idee ed emozioni nel costruire, nel realizzare e rappresentare la storia. Infine, la drammatizzazione stimola la capacità creativa del bambino e facilita l’espressione di sé, aiutandolo a vincere la timidezza.
Concludendo, nonostante abbia deciso di presentare questo incontro del laboratorio, ho apprezzato tutte le attività e ho trovato molto originale e coinvolgente l’intero percorso.

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